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L'Associazione Regresso Arti presenta:

Franco Cenerelli - Andrea Corradi Colla
"UN SOLO RUDERE"
(
omaggio a P. P. Pasolini)

al

Pittura - Scultura - Mosaico - Incisione

PLASTIC via Passeri 31 - Pesaro

20 settembre - 11 ottobre 2003

   

 

 

“UN SOLO RUDERE”

di Pier Paolo Pasolini



“Io sono una forza del Passato.

Solo nella tradizione è il mio amore.

Vengo dai ruderi, dalle Chiese,

dalle pale d’altare, dai borghi

dimenticati sugli Appennini o le Prealpi,

dove sono vissuti i fratelli.

Giro per la Tuscolana come un pazzo,

per l’Appia come un cane senza padrone.

O guardo i crepuscoli, le mattine

su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,

come i primi atti della Dopostoria,

cui io sussisto, per privilegio d’anagrafe,

dall’orlo estremo di qualche età

sepolta. Mostruoso è chi è nato

dalle viscere di una donna morta.

E io, feto adulto, mi aggiro

più moderno d’ogni moderno

a cercare i fratelli che non sono più”.



Con gli amici Franco ed Andrea ci troviamo, magicamente, in un’altra dimensione….

No, sto sbagliando.

Ci troviamo nell’ambiente magico di questa dimensione grossolana del quotidiano aberrante.

E credo che niente più dello spirito guerriero di Franco e quello panico di Andrea possano proiettarci in ambientazioni altre, in alterità cogitanti, a volte imprecanti, e comunque artistiche e quindi creanti oggettività in progresso. Ed è proprio per tale progettualità, per questi lavori in corso, che non deve intendersi il "regresso" come un guardare indietro, un romantico ritorno ad una preistorica felice ignoranza, ad una fase pre – "Albero della conoscenza", bensì vogliamo intendere una posizione re-azionaria, un ritorno ad una comunicazione micro-macrocosmica, ad una civilizzazione tradizionale di evoliana memoria.

Ciò che ci accomuna, che ci fa complici nel quotidiano, è la poetica dei colori e delle forme, è la ricerca dell’incitabile, del non declamabile, della libertà dello schierarsi e del dimostrare, a volte sconvolgendo, quanto tale libertà sia, nella nostra presunta civiltà, ipocrita e falsa.

Ed è per questa ipocrita democrazia che ci siamo privati di quel senso di etica eleganza propria della moralità dell’azione che Andrea ci ha descritto.

Accompagnati dal senso dirompente e rivoluzionario che è nella nostra percezione del bello, proiettati dal gusto dei colori e delle forme, possiamo, dunque, riuscire a posizionarci in dimensionalità parallele sì che la nostra re-azione non sia vanificata in semplice dimostrazione eversiva ma riesca a trasformarsi nell’inizio di una diversa tonalità creante. Nel senso che l’azione non sia continu-azione del gioco delle parti ma divenga fase generativa di nuove oggettività soggettivanti.

Paolo Silvestri