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SAN VITO DI CADORE
"INFOIBATA" LA MOSTRA SULL’APOCALISSE

"Per motivi di forza maggiore la mostra sull’Apocalisse è stata cancellata."
Questo è in sostanza quanto troverà scritto su un foglio appiccicato sul vetro dell’entrata, chi si recherà nella sala comunale di San Vito di Cadore a visitare la mostra "APOCALISSE - lettura, esegesi, ri-velazione - L’Arte della Fine" prevista per il 1/15 settembre 2000, organizzata dal Comune di San Vito e dall’Associazione Regresso Arti.
Vediamo quali possano essere state queste "forze maggiori".
In realtà è stato forse solo un caso di odio personale da parte di una consigliera comunale nei confronti di un singolo a spingere l’amministrazione nel riunirsi in una piovosa notte per tramare contro il gruppo di artisti che forse non molto lontano da tale "covo" erano riuniti alla luce in un’inconsapevole "ultima cena" per festeggiare la prossima inaugurazione dell’evento.
Ora io, Franco Cenerelli, parlo a titolo personale e non in qualità di Presidente dell’Associazione Regresso Arti, in quanto essendo noi un’associazione democraticamente e formalmente leggitimata ci riuniamo secondo modalità ufficiali per emettere qualsiasi documento o prendere qualsiasi decisione firmata "Regresso", e non in furtivi ed ufficiosi incontri da "notte dei lunghi coltelli".
Parlo a nome personale perchè sono io ad essere stato cacciato perchè "indesiderato" come in certi film western dallo "sceriffo" o comunque da chi comanda e muove i fili pur non avendo la stella di latta appiccicata al petto.
Si poteva fare una mostra di quadri con tanti bei monti, mucche, qualche Crocifisso e Madonna (visto l’argomento sacro) da appendere su qualche letto, e avremmo certo venduto qualche pezzo a qualche danaroso turista, in un mondo in cui col denaro si compra tutto... ma proprio tutto, e forse tale happening visto nella sua globalità sarebbe stato concettualmente ancora più "apocalittico" (nel senso di S.Giovanni o di Francis Coppola), ma quasi sempre l’arte è più intelligente dell’artista che, come in una trance creativa, muove inconsapevolmente la superfice della pittura lasciando affiorare qualcosa di profondo non appartenente solo a se, ma all’oscuro deposito dell’inconscio collettivo.
La mia ricerca artistica è inscindibile dal mio modo di essere, di vestire, non ho tatuaggi se non nel cuore, dove non si vede ma si sente... ma questa mia pagliacciata serve, è un ottimo emetico per l’ipocrisia, la superficialità e la meschinità, riesce a tirar fuori il peggio (e il meglio) dalla gente, ha il potere di smascherare la falsa tolleranza di questo regime, ipocrita e buonista, che come un vampiro decrepito sugge ancora, dopo più di 50 anni, il sangue, ormai polvere, dei morti, sia di "buoni" che di "cattivi", morti non di vecchiaia, abbarbicati alle poltrone di qualche cattedra o scanno senatoriale.
"Noi tolleriamo tutto... tatuaggi, persino i pantaloni strappati, ma non tolleriamo certi simboli..." (sic)
Con queste parole una consigliera comunale ha liquidato un evento artistico che vede coinvolti 20 artisti dell’Associazione Regresso Arti, provenienti da diverse parti d’Italia e stranieri, che senza nessuna retribuzione hanno accettato di lavorare al progetto.
Dopo aver sentito queste parole, decisi che tutto sommato era opportuno sacrificare la mia indesiderata presenza, e che sicuramente un quadro in meno vale una mostra a cui altri 19 artisti hanno dedicato il proprio tempo e la propria creatività...
Ma agli occhi accecati dall’odio "etnico-antifascista" erano ormai tutti irrimediabilmente contaminati dalla mia presenza, condannati alla morte civile... "non potete accettare che nella vostra associazione ci siano elementi che vestono così, che portano certi simboli..."
quindi, dopo aver posto come condizione allo svolgimento della mostra la rimozione del mio dipinto, si è resa conto che se un quadro "parla", dice qualcosa a chi lo osserva, uno spazio vuoto urla, grida vendetta.
San Vito è un paese tranquillo, vive di turismo e non vuole che si inneschino inutili polemiche a turbare i fruttuosi equilibri, non è una questione politica, o perlomeno di "alta" politica, ed allora quella piovosa notte si è optato per la soluzione finale: "si è deciso" di infoibare tutto.
Il dipinto "scandaloso" è intitolato: "Il Sangue contro l’oro", la mostra sull’Apocalisse anche se non è stata realizzata a San Vito si è rivelata "illuminante".
Dopotutto "Apocalisse" significa "Rivelazione"...

Franco Cenerelli

"A contatto con le opere d'arte, l'umanità di tutti i tempi - anche quella di oggi - aspetta di essere illuminata sul proprio cammino e sul proprio destino."

(Giovanni Paolo II)

 

rassegna stampa:

 

IL GAZZETTINO - CORTINA CADORE ZOLDO
- 8 settembre 2000


Il caso. Annullata all'ultimo momento una rassegna di quadri della "Regresso Arti" dopo che il presidente si è presentato con tatuaggi, fodero di pistola e simboli un po' ambigui


Arte-provocazione, no del Comune

Sull'"Apocalisse" di sapore nazista il sindaco ci ripensa: mai la sala e il patrocinio

San Vito
Quella mostra non s'ha da fare. Era quasi tutto pronto per l'inaugurazione: quadri, depliant, artisti, luci. Tutto. All'improvviso, però, l'amministrazione comunale di San Vito ha deciso di chiedere la rimozione dei quadri e annullare tutto.
"Apocalisse, lettura, esegesi, ri-velazione, l'arte della fine" era il criptico nome della rassegna, che aveva raccolto una ventina di giovani artisti tutti aderenti all'Associazione Regresso Arti di Calcinelli, in provincia di Pesaro. In teoria una delle tante iniziative più o meno artistiche che costellano le nostre valli, che però ora è diventata quasi un "caso".
Anche perchè il presidente dell'associazione, Franco Cenerelli, ha sbattuto la porta e spedito una durissima lettera al giornale, nella quale sotto accusa è finita soprattutto Cinzia De Lotto, il consigliere comunale con delega alla cultura, e comunque l'atteggiamento di censura adottato dal comune.
Ma veniamo ai fatti. In maniera del tutto casuale, alcuni mesi fa, il Comune riceve la richiesta della nuovissima sala polifunzionale per una mostra di opere di artisti aderenti all'associazione. Il tutto attraverso una persona conosciuta in paese, che indirettamente forniva anche garanzie sull'iniziativa. Nessun sospetto o pregiudizio, quindi, anche perchè la mostra si sarebbe dovuta svolgere in settembre, e quindi in un periodo certamente non appetibile.
Tutto procede senza intoppi fino alla scorsa settimana, quando gli artisti e il presidente dell'associazione giungono a San Vito. La "Regresso Arti" stampa anche una sorta di depliant, con tanto di stemma comunale, per presentare le opere. E quindi arrivano i primi problemi: nel foglio vengono riportate citazioni relative al "Regno dell'Anticristo prossimo venturo", si ipotizzano governi mondiali occulti, gestiti dai banchieri ed economisti ed addirittura la fine del Cristianesimo e dell'era cristiana.
Ma non basta. Nel sito internet dell'associazione (http://www.regresso.it) compaiono svastiche e citazioni varie, da Hitler a Gheddafi. Chi abbia la voglia e la capacità di districarsi in mezzo a questi messaggi realizzerà come, secondo l'associazione, il mondo sia caduto in una sorta di delirio consumistico-sionista, dominato dagli Usa.
Quando è iniziata questa tragedia? Nel 1945, scrive nel sito Andrea Di Toma, anno della caduta del nazismo. Prima si che si stava bene. "Le cause di tutti i mali - scrive Di Toma - devono andarsi a cercare in anni lontani, il 25 aprile (1945, ndr) è una data da dimenticare. E' l'inizio ufficiale della tirannia Usa sulla Nazione, tirannia che poi si è allargata in tutta Europa. Rimangono poche libere nazioni..."
Quali? L'Austria, soprattutto ora che c'è Haider; ma anche la Serbia di Milosevic, l'Irak di Saddam e la Libia di Gheddafi. E per lottare contro la "dittatura americo-sionista", parole testuali, per fortuna ora c'è la controinformazione di "Regresso". Il bello della storia è che il presidente dell'associazione, Cenerelli, si definisce "apolitico e apartitico, nè di destra nè di sinistra".
Probabile che, a leggere queste cose, alla De Lotto e al sindaco Vittore De Sandre siano venuti i capelli dritti. Ma il peggio è avvenuto sabato, quando all'incontro con gli amministratori, Cenerelli si è presentato in anfibi e mise tutta nera, ma con tanto di fodero di pistola alla cintura e simboletti vari che facevano tanto nazista.
Troppo. Al punto che alla fine la stessa De Lotto ha chiesto al sindaco di annullare la mostra. "Noi tolleriamo tutto - avrebbe detto la De Lotto - tatuaggi e persino pantaloni strappati, ma non certi simboli". Sotto accusa anche il quadro di Cenerelli, che rappresentava un soldato americano mentre perquisisce un nazista. Solo che quest'ultimo è splendido e ritto nella sua uniforme, mentre l'americano, di colore è chinato e sfigura al confronto nell'atteggiamento marziale. Il titolo dell'opera ("il sangue contro l'oro") è stato preso così, quasi come una provocazione razzista.
"La mia ricerca artistica è inscindibile dal mio modo di essere, di vestire - scrive Cenerelli al Gazzettino - Ma questa mia pagliacciata serve, è un ottimo emetico contro l'ipocrisia, la superficialità e la meschinità. Ma agli occhi accecati dall'odio etnico-antifascista erano ormai tutti irrimediabilmente contaminati dalla mia presenza".
"Vede - replica indirettamente De Sandre - io sono assolutamente d'accordo che l'arte non debba avere confini, ma credo anche che il patrocinio di un Comune li debba avere. Legare il nostro stemma a un'associazione che esibisce con tanta disinvoltura simboli nazisti era una cosa che non potevamo accettare. Questo al di là del valore artistico delle opere, sul quale non mi esprimo. In futuro questa associazione avrebbe sempre potuto citare il nostro patrocinio quasi come una credenziale, che noi abbiamo ritenuto opportuno non concedere. Non volevamo legare per sempre il nome di San Vito a quei simboli".